Drego - Alta Valle Argentina
U vuame en man,
u lenzuetu sâ spala,
int’a brecola en pan
i s’en van versu Bregala.
U sue d’avustu
u cumenza a nasce
quande u primu custu
i taglia int’e fasce.
Adè i nu se ferma ciü,
prestu u l’è cen u lenzuetu;
dopo en bucun, de lasciü
i caa fin ae roche de Luetu.
A sèia n’u sta guoi a arüvō
ma a giornâ u nu l’è fegnia;
sute l’asilu besőgna andō
a vende l’erba santamaìa.
Lì gh’è chi mugugna, chi giastrema,
chercün se mete a ciagne;
â fin tütu se sistema:
chi fatiga moi ch’u ghe guagne.
Tra dèixe dì a Santa Catein-a
i fean andō u
lambicu:
u perfümu l’arüveà â main-a
e cherchün u vegneà ricu.
Cuscì a fegnisce a stoia
de l’erba santamaìa:
ancői tüti i a osdùa
e dopu i a se porta via.
Sandro Oddo - Dialetto di Triora
Premio Civiltà Contadina "Madalena de funtane" a U Giacuré 2015
"Nei versi ben cadenzati e in rima, l’autore descrive la
raccolta della lavanda. Il rito tradizionale delle zone dell’alta valle
Argentina è rievocato in tutte le sue fasi, con semplicità e cura di dettagli.
La bellezza, la fatica, l’esiguità dei compensi, ovvero la sofferenza comunque
insita nei lavori della terra lasciano infine spazio al risultato finale, che
sprigiona un profumo di cui tutti vogliono beneficiare e portare via con sé".
LA LAVANDA
Il falcetto in mano,
il telo
sulla spalla,
nella saccoccia un pane
se ne vanno verso Bregalla.
Il
sole d’agosto
comincia a sorgere
quando il primo cespo
tagliano nelle
fasce.
Adesso non si fermano più,
presto è pieno il telo;
dopo un boccone, da lassù
scendono fino
alle rocce di Loreto.
La sera non sta molto ad arrivare
ma la giornata non
è finita;
sotto l’asilo bisogna andare
a vendere la lavanda.
Lì c’è chi
mugugna, chi bestemmia,
qualcuno si mette a piangere;
alla fine tutto si
sistema:
chi fatica mai che ci guadagni.
Tra dieci giorni a Santa Caterina
faranno funzionare l’alambicco:
il profumo arriverà al mare
e qualcuno
diventerà ricco
Così finisce la storia
della lavanda:
oggi tutti
l’odorano
e dopo se la portano via.
1 commento:
Sandro, un componimento poetico 'magistrale' che, descrive dipingendo i momenti della raccolta della lavanda. Mi rivedo insieme ai ragazzi e anziani del paese mentre arrampicata su erti sentieri rocciosi, il falcetto e un lenzuolo di sacco con quattro spaghi ai lati, tagliavamo, quasi con rispetto i fiori della lavanda, facendo attenzione a non far 'soffrire' il cespo madre. Poi al mulino dove l'alambicco, quasi un portento, faceva sgorgare l'essenza profumatissima, un olio preziosissimo che sarebbe stato trasformato nei profumi o acqua di colonia .... Ecco, il suo profumo di avvolge come in un sogno. Jacqueline
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