lunedì 28 giugno 2010

Ma cosa c'è di più bello...

Born to Drink a Vallebona, estate 2009, a cena al Carugiu prima del concerto.

Una delle risorse in termini di bellezza, piacevolezza e utilità di cui si è potuto beneficiare nei centri storici dei paesini dell'entroterra ligure (e non solo) è la possibilità di servire da mangiare negli spazi all'aperto, ricavati, a volte, in pochi metri quadrati, ma suggestivi quanto basta per incantare i turisti e soprattutto gli abitanti del posto.
Questi ultimi, infatti, hanno modo di vivere una dimensione nuova e diversa dall'abitudine e possono cogliere aspetti fino ad allora ignoti.
Seborga, Dolceacqua, Apricale, Vernazza, Finalborgo: la lista è lunghissima dei luoghi in cui, almeno d'estate, è possibile pranzare o cenare all'aperto, per cui risulta essere proprio inopportuno non ricevere dall'autorità preposta la concessione di suolo pubblico per svolgere tale attività, a meno che non vi siano valide motivazioni affinchè ciò sia precluso. Ma quando queste motivazioni non ci sono o non reggono e altri esercizi dello stesso paese hanno il benestare, allora è lecito diventare sospettosi.
I clienti possono essere solo risentiti, ma il gestore ne paga conseguenze ben più gravi, perchè la sua stagione estiva ne risulta compromessa a priori e, con i tempi che corrono, c'è poco da stare allegri.
Un caso isolato, forse, quello occorso ai titolari della Pizzeria U Carugiu di Vallebona, ma assai fastidioso. Giustifica la dilagante moda di far scappare i turisti nella vicina Francia, dove abituali turisti che frequentavano la Liguria si trasferiscono beneficiando di affitti più bassi e di locali che servono ristorazione a tutte le ore, in spazi ricavati con le più fantasiose iniziative.
A Mentone c'è pieno di gente, a Bordighera e dintorni scemano le migliori iniziative e l'alternativa alla floricoltura agonizzante, ovvero il turismo, langue e non decolla non essendo adottate tendenze che tanto rivalutano e aggradano i visitatori.
Come al solito, non siamo neanche capaci di "copiare" dai cugini oltre confine, dando impulsi ad iniziative che non necessitano di particolari investimenti, ma si possono realizzare nella loro naturale coreagrafia.
E pensare che non c'è niente di più bello di questa spontanea animazione dei luoghi...

Articolo di L. D. pubblicato su bordighera.net

sabato 26 giugno 2010

Popoli liberi

Mi sono chiesta molte volte cosa si nasconda dietro la dicitura "Popolo delle libertà", perché mi è sorto un dubbio: dietro una certa definizione, altro non si nasconde che l''esatto contrario dell'affermazione.
Infatti è vero che esiste un popolo della libertà, ma non è esattamente quello che si manifesta dietro a quella definizione, anzi quel popolo ne è l'esatto contrario.
Ci sono momenti nella vita dell'uomo in cui la libertà si manifesta in quanto tale e che non ha nulla da spartire con la propaganda dilagante: sarebbe interessante lasciare veramente lo spazio di espressione ad ognuno ed allora, e solo allora, si potrebbe realmente capire dov'è e dove va il mondo.
E' estremamente limitante definire "libertà" ciò che si relega all'ordine precostituito. Quella non è affatto libertà, ma intanto c'è il potere che la usa, mentre invece è necessario avere il coraggio di ascoltare qualsiasi voce, soprattutto nella notte, quando un popolo, veramente grande e numeroso, si esprime e rivendica la sua ragion d'essere.
Persone, non necessariamente integrate e regolari, ma esistenti, che parlano, esprimono e rivendicano la loro ragion d'essere, mi rappresentano più d'ogni altro il popolo della libertà, e sono quelle che in ogni momento del giorno sono costrette alla repressione e al silenzio.
E' ora che finisca questa propaganda che, invece di dare voce, reprime.
Quella non è libertà, è regime.

lunedì 21 giugno 2010

Figli e figliastri

Bar Pizzeria "U Carugiu"

Nel periodo estivo, il Bar Pizzeria "U Carugiu" da anni attrezzava un dehors nel vecchio campo di bocce adiacente il locale, con copertura da rinnovarsi ogni stagione, perchè il Comune non consentiva un lavoro più "definitivo". Franco ed Elena si sono rimessi a quel volere, sostenedo ogni anno una considerevole spesa, sin tanto che un incendio ha devastato buona parte di quell'area, rendendola inutilizzabile.
Durante le ultime due estati, il servizio di ristorazione era effettuato sulla piazza antistante il locale ed era letteralmente un piacere cenare all'aperto, tra il via vai della gente e la vita che animava la piazza, che spesso nei paesi rischia di essere quasi sempre semideserta, soprattutto a Vallebona, dato che è scarsamente illuminata, per non dire espressamente "buia".
Ma quest'anno le cose sono andate ancora peggio. Alla richiesta di concessione del suolo pubblico da parte dei gestori è stato risposto "picche": niente ristorazione sulla pubblica piazza, tanto meno nello spazio che a Natale è riservato al fògu du bambin, in quanto "monumento". Se vogliono, possono ristrutturare il dehors, cosa che con le normative vigenti implicherebbe un investimento esosissimo e, con la stagione alle porte, sarebbe impensabile realizzarlo in tempo utile.
Eh sì, è facile fare figli e figliastri quando si gestisce il potere; più che altro è facile quando non si tengono in considerazione determinati fattori e vien più comodo bocciare, tanto "chissenefrega se questi qui se ne vanno in merda".
Quattordici anni di attività nel centro storico, collaborazioni alle attività sociali senza fiatare, sottomissione a qualsiasi ordinanza e per premio una bella bocciatura alla concessione di servire le pizze sulla piazza.
E pensare che è stata organizzata una rassegna di tre serate di "Musica in piazza" da svolgersi nelle domeniche di agosto proprio perchè ci sarebbe stata la presenza dei clienti della pizzeria in qualità di pubblico...
Ad essere troppo buoni ci si rimette e questa ne è una dimostrazione.
Da ultimo, la Festa della musica di stasera: 3 gruppi a suonare in rispettivi punti del paese, ma sulla piazza Marconi, la piazza de "U Carugiu", il vuoto e il buio: i figliastri non meritano proprio nulla.