Born to Drink a Vallebona, estate 2009, a cena al Carugiu prima del concerto.
Una delle risorse in termini di bellezza, piacevolezza e utilità di cui si è potuto beneficiare nei centri storici dei paesini dell'entroterra ligure (e non solo) è la possibilità di servire da mangiare negli spazi all'aperto, ricavati, a volte, in pochi metri quadrati, ma suggestivi quanto basta per incantare i turisti e soprattutto gli abitanti del posto.Questi ultimi, infatti, hanno modo di vivere una dimensione nuova e diversa dall'abitudine e possono cogliere aspetti fino ad allora ignoti.
Seborga, Dolceacqua, Apricale, Vernazza, Finalborgo: la lista è lunghissima dei luoghi in cui, almeno d'estate, è possibile pranzare o cenare all'aperto, per cui risulta essere proprio inopportuno non ricevere dall'autorità preposta la concessione di suolo pubblico per svolgere tale attività, a meno che non vi siano valide motivazioni affinchè ciò sia precluso. Ma quando queste motivazioni non ci sono o non reggono e altri esercizi dello stesso paese hanno il benestare, allora è lecito diventare sospettosi.
I clienti possono essere solo risentiti, ma il gestore ne paga conseguenze ben più gravi, perchè la sua stagione estiva ne risulta compromessa a priori e, con i tempi che corrono, c'è poco da stare allegri.
Un caso isolato, forse, quello occorso ai titolari della Pizzeria U Carugiu di Vallebona, ma assai fastidioso. Giustifica la dilagante moda di far scappare i turisti nella vicina Francia, dove abituali turisti che frequentavano la Liguria si trasferiscono beneficiando di affitti più bassi e di locali che servono ristorazione a tutte le ore, in spazi ricavati con le più fantasiose iniziative.
A Mentone c'è pieno di gente, a Bordighera e dintorni scemano le migliori iniziative e l'alternativa alla floricoltura agonizzante, ovvero il turismo, langue e non decolla non essendo adottate tendenze che tanto rivalutano e aggradano i visitatori.
Come al solito, non siamo neanche capaci di "copiare" dai cugini oltre confine, dando impulsi ad iniziative che non necessitano di particolari investimenti, ma si possono realizzare nella loro naturale coreagrafia.
E pensare che non c'è niente di più bello di questa spontanea animazione dei luoghi...
Articolo di L. D. pubblicato su bordighera.net
Nessun commento:
Posta un commento