sabato 23 aprile 2016

BREVE TEMPESTA di Luigi Panero


Mô che-u mugugna,
ventu che-u sbatte
porte e barcui,
quindi gran trui,
lampi in ta nêutte,
âegua da-u çê.

E tosto s’issa
oudû de tâera,
 
d’erbe bagnâe.

Prestu però
turna tranquillu
sciù questa riva:
u canta u grillu
e nivue i s’orve,
e stelle a mille
da-u çê i ribrilla,
e-i m’intran in chêu.

Luigi Panero - Dialetto di Loano
Luigi Panero, floricoltore, è nato a Loano (Savona) nel 1903, dove è morto nel 1960, in circostanze tragiche ed oscure. Autodidatta, egli elabora i suoi scritti con abilità seguendo soprattutto l'esempio di Angelo Barile e di Edoardo Firpo, entrambi suoi amici. Vicino a Firpo per la sua sensibilità profonda per la natura, in cui il poeta tende a dissolversi, Panero ha usato versi luminosi e danzanti. Non vi è figura umana nella sua poesia ed ancor meno presenza femminile, ma soltanto la riflessione ansiosa di una voce che attraverso le immagini della natura parla a sè e soltanto per sè stesso.  

BREVE TEMPESTA
Il mare che brontola,
vento che sbatte
porte e finestre,
quindi gran tuoni
lampi nelle notte,
acqua dal cielo.

E subito si alza
odore di terra
d’erbe bagnate.

Presto però
torna la tranquillità
su queste rive,
canta il grillo
 
e le nuvole si aprono

e stelle a mille
dal cielo fibrillano
e m’entrano nel cuore.

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