venerdì 11 marzo 2016

DRI SAVOIARDI ME SOVVEN di Autore anonimo


Dri Savoiardi me sovven, che fronte
promettendo de fâ con ciù manee
contro re nostre truppe e re conzonte
ghe fù ra laña scarlazà frà bree.

E ro combatte senza descreçion
fa dâ dri scròlli e fâ dri brutti sati:
coscì intravegne à lô fra i nostri Stati
che ingrasciòn ben ra tæra in concruxon.

S'intend'à dî che i pövei ortoen
havendoi seppelii ne-i seu giardin,
cresceian re armoasse comme poen.


Autore anonimo – Dialetto genovese antico


Il professor Fiorenzo Toso, durante le sue ricerche lessicografiche, in uno dei poemi celebrativi sulla guerra di liberazione del 1745-47, ritrova questo passo sui piemontesi. Si presume che l'autore possa essere il gesuita Francesco Maria Viceti.


Mi sovviene dei savoiardi [piemontesi]
che intendendo far fronte
contro le nostre truppe e quelle alleate
si videro in breve ben lisciato il pelo.

E il combattere senza discrezione
fa prendere brutte scosse e soprassalti:
così accadde a loro nel nostro paese,
dove, alla fin fine, ingrassarono la terra.

S'intende che i poveri contadini,
dopo averli seppelliti nei loro orti,
ci vedevano crescere ramolacci grossi come pani. 

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