sabato 1 ottobre 2016

E RAIJE DU MEI CÖ di Raffaella Martini

Ceriana (Im)

A marina de chi a nu se vé.
L’è aciatà deré ina manà de bàusi
e àrburi d’ouriva.
Candu in po’ d’oura
a ghe pasa en tu mezu
pan tanti vegli
cui cavegli gianchi
che se contan asetai pa a strada
foure de sti agni e regordi d’aù.
Ciacaran,
mugugnan,
de voute ti i senti brundurà fin dae raije
nae dau sanghe e dae ose
de chi nu ghè ciü.
Me pà d’ese comé l’edera
aturtagnà
a un de si süchi agrupai
a una de se cae de prea
che nu se derocàn mai
perché comu i arburi d’ouriva
nu an puira de ren:
u ventu u ghe fa u gatigliu
a ciovia ai fa brilà de ciü
candu a s’aresbarca.
Nu ciagnen mai, mancu se ti i tagli
e te gardian sempre
ascì se tei da a logni
perché san che u to cö
e te sa tera
comu eli
u g’a ciantau
raije.



Raffaella Martini - Dialetto di Ceriana (Im)
Menzione speciale della Giuria al "Giannino Orengo 2016"
Come in un quadro che raffigura un paesaggio, l’autrice descrive il paese di origine spogliato da ogni sorta di modernità. L’imperante immagine delle vecchie case e degli ulivi sulle colline, da cui non si vede il mare, lascia emergere la tenacia secolare di sopravvivenza dei luoghi, in un territorio difficile e aspro. Gli ulivi sopravvivono, non piangono mai ed aspettano sempre il ritorno degli umani che, come loro, hanno messo radici profonde nella terra e nel loro cuore. La sensibile percezione dell’autrice rivela la continuità delle generazioni consapevoli dell’operato degli antenati come un insieme in cui riconoscersi.



LE RADICI DEL MIO CUORE

Il mare da qui non si vede.
È nascosto dietro una manciata di sassi
e alberi d’ulivo.
Quando un po’ di brezza
li attraversa
sembrano tanti vecchi
con i capelli bianchi
che si raccontano seduti in strada
favole di un tempo e ricordi d’oggi.
Chiacchierano,
borbottano,
a volte li senti brontolare fin dalle radici
nate dal sangue e dalle ossa
di chi non c’è più.
Mi sembra di essere come l’edera
attorcigliata
ad uno di questi ceppi nodosi,
ad una di queste case di pietra
che non crollano mai
perché come alberi d’ulivo
non hanno paura di nulla:
il vento li solletica
la pioggia li fa brillare di più
quando ritorna il sole.
Non piangono mai, nemmeno se li tagli
e si prendono cura di te sempre
anche se sei lontano
perché sanno che il tuo cuore
in questa terra
come loro
ha messo
radici.

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