lunedì 24 agosto 2015

LAGREME SOFEGA' di Claudio Lombardo


En tenporòo i è sghigià via
con lüsi e de lanpi
asbrivà.
Opaca la vita la scora
er passo lèsto der tenpo
e angossà se senta
l'àspeo trilo de na rondanina
solitaia.
En negro lensèo
i svoa sorve 'r mae
crovindo 'r so cargo
de doloe.
Tra i bòregon,
rotami che mai i galezano,
tradì da corénti misteiòse.
O stiassòn dee onde,
i sfrisa a me veste,
tremoi de fredo
i me fano capie
che l'envèrno da vita
i è vesìn.
A laso che lagreme sofegà
i caio a vèrsa.
I en stissi d'amoe
per te.
'Nt'o stralübiæ a vedo
passæ i ani
brüsà dao libeccio.


Claudio Lombardo – Dialetto di La Spezia
Menzione speciale della Giuria al Premio di Poesia dialettale “Giannino Orengo” 2015

Descrivendo temporali e oscuri scenari sul mare, il poeta traccia una metafora che raffigura l’avvicinarsi dell’inverno della propria vita. Egli si avvale di immagini profonde e dolorose e a pioggia cadono le sue lacrime messaggere di un amore ormai diventato delirio sul tempo passato, bruciato anche dai venti di libeccio”.



LACRIME REPRESSE

Il temporale scivolò via
con bagliori di lampi
impetuosi.
Opaca la vita rincorre
il passo lesto del tempo
e angosciato si ode
il garrito di una rondine
solitaria.
Un nero sudario
veleggia sul mare
coprendo il suo carico
di dolore.
Tra gli abissi,
relitti che mai affioreranno,
traditi da correnti arcane.
La risacca delle onde
lambisce la mia veste;
brividi di freddo
mi fanno capire
che l'inverno della vita
è vicino.
Lascio che lacrime represse
cadano a pioggia.
Sono stille d'amore
per te
nel delirio vedo
passare gli anni
bruciati dal libeccio.

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