con
lüsi
e de lanpi
asbrivà.
Opaca
la vita la scora
er
passo lèsto der tenpo
e
angossà se senta
l'àspeo
trilo de na rondanina
solitaia.
En
negro lensèo
i
svoa sorve 'r mae
crovindo
'r so cargo
de
doloe.
Tra
i bòregon,
rotami
che mai i galezano,
tradì
da corénti misteiòse.
O
stiassòn dee onde,
i
sfrisa a me veste,
tremoi
de fredo
i
me fano capie
che
l'envèrno da vita
i
è vesìn.
A
laso che lagreme sofegà
i
caio a vèrsa.
I
en stissi d'amoe
per
te.
'Nt'o
stralübiæ a vedo
passæ
i ani
brüsà
dao libeccio.
Claudio
Lombardo – Dialetto di La Spezia
Menzione
speciale della Giuria al Premio di Poesia dialettale “Giannino
Orengo” 2015
“Descrivendo
temporali e oscuri scenari sul mare, il poeta traccia una metafora
che raffigura l’avvicinarsi dell’inverno della propria vita. Egli
si avvale di immagini profonde e dolorose e a pioggia cadono le sue
lacrime messaggere di un amore ormai diventato delirio sul tempo
passato, bruciato anche dai venti di libeccio”.
LACRIME
REPRESSE
Il
temporale scivolò via
con
bagliori di lampi
impetuosi.
Opaca
la vita rincorre
il
passo lesto del tempo
e
angosciato si ode
il
garrito di una rondine
solitaria.
Un
nero sudario
veleggia
sul mare
coprendo
il suo carico
di
dolore.
Tra
gli abissi,
relitti
che mai affioreranno,
traditi
da correnti arcane.
La
risacca delle onde
lambisce
la mia veste;
brividi
di freddo
mi
fanno capire
che
l'inverno della vita
è
vicino.
Lascio
che lacrime represse
cadano
a pioggia.
Sono
stille d'amore
per
te
nel
delirio vedo
passare
gli anni
bruciati
dal libeccio.
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