martedì 12 novembre 2013

A VACA MATA di Nuccia Rodi


Ghe sereva piaixiüu
rümegà l’erba tranchile,
sensa caene,
insc’i verdi prai
suta in caudu su.
Ghe sereva piaixiüu
incuntrà omi bravi
ch’i nu viesse in ela
numà carne da maixelu;
che, magara, i ghe desse
inscì in stissin d’amù
inte chela sou cürta vita
e, perché nà, inscì in gestru
caiche vòta
(chi l’à ditu ch’i nu capisce ren?).
Pé contra,
i l’an serà in te de recanti scüri
duve a nu purreva bulegà.
I nu gh’an daitu erba da mangià,
ma farina e toscegu.
Nisciün à mai pensau
de fermasse in mumentu
a mirà i soi grossi ögli magunai
ch’i çercava cumpasciun.
I dixe ch’a l’è mata
ma i mati semu nui.

Nuccia Rodi – dialetto di Ventimiglia

LA MUCCA PAZZA

Le sarebbe piaciuto
ruminare l’erba tranquilla,
senza catene,
sui verdi prati
sotto un caldo sole.
Le sarebbe piaciuto
incontrare brave persone
che non vedessero in lei
solo carne da macello;
che, magari, le dessero
anche un pochino di amore
in quella sua breve vita
e, perché no, un vezzo
qualche volta
(chi l’ha detto che non capiscono niente?)
Al contrario,
l’hanno rinchiusa in angoli oscuri
dove non poteva quasi muoversi.
Non le hanno dato erba da mangiare,
ma farina e sostanze tossiche.
Nessuno ha mai pensato di fermarsi un momento
a guardare i suoi grossi occhi accorati
che cercavano compassione.
Dicono che è pazza
ma i pazzi siamo noi.


2 commenti:

santograaal ha detto...

Anche una vacca ha un cuore ed un'anima. Siamo proprio noi ad essere insensibili. Macelliamo, macelliamo...

Anonimo ha detto...

Santograssi, una vacca ha un cuore e un'anima animale da non confondere con l'anima spirituale.
L'anima animale e quella vegetale muoiono con l'animale e la pianta, la nostra sopravvive alla morte del corpo