Strasse,
amügliàe int'in cantu
d'in casùn,
brüte de travàgliu,
süàe, sgaràe,
apagliassàe,
ratunàe.
Strasse,
d'ina ròuba vécia,
pe strügià u giarùn
e netegià u brütéssu
ciü ustinau,
incancregnìu
dau tempu.
Strasse,
in colu ae gente
ch'i nu l'han ninte,
ch'i vive ramenghe
pe' u mundu
sensa arte ni parte.
Strasse, de vòute,
i mei pensieri,
strepài e desgaribài
ch'i nu vön andà
int’u versu giüstu.
M.
Pia Viale - Dialetto di Vallebona
II classificata a U Giacuré 2016
Da elementi consunti, prossimi alla distruzione finale
e quindi inutili, così come possono essere gli stracci, l’autrice descrive una
loro ancora viva funzione: per aver custodito passate fatiche contadine; come
indispensabili strumenti per assolvere mansioni di pulizia; per vestire con
abiti malconci persone sfortunate, esuli, non abbienti che crescono in numero
esponenziale al giorno d’oggi. Nel constatare questa loro decadente presenza,
segno di aspetti negativi della vita, è inevitabile il paragone con i propri
pensieri, quando si rincorrono confusamente e non sono affatto costruttivi.
STRACCI
Stracci,
ammucchiati in un angolo
di un casolare,
sporchi di lavoro,
sudati, rotti,
stropicciati,
rosicchiati dai topi.
Stracci
di un vecchio vestito,
per strofinare la giara
e pulire lo sporco
più ostinato,
reso cancrena
dal tempo.
Stracci
addosso alla gente
che non ha niente,
che vive girovaga
per il mondo
senza arte né parte.
Stracci, a volte,
i miei pensieri
strappati e senza garbo
che non vogliono andare
nella giusta direzione.
2 commenti:
Brava come sempre, gli stracci ci parlano di noi con poesia ci dicono una verita' anche se amara. Alcune tue poesie me le sono copiate per rileggerle quando voglio. Grazie tommaso lupi
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