mercoledì 3 agosto 2016

U BÀUSSU DU FUSSAU di Andrea Guglielmi

Foto di Adriano Maini

Forsi u l'aspéita
eiscí elu l'amù
candu u sù
u se ne cara.
                                                          
Paresce che nisciün
u-u garde
ma ina parma
a u sta a mentu.

L'àiga a piglia
u so camìn
e a nu se pö
ciü afermà,
mancu cun stu bàussu
int’u mezu.

Da ina sciumbría
sciorte dui brassi,
i ciapa stu bàussu
i u méte
in se chelu maixé
e tanti ögli
i nu’ u pön ciü vé.



Andrea Guglielmi – Dialetto di Vallebona
Premio "Comune di Vallebona" a U Giacuré 2016
Nella fotografica descrizione del paesaggio abituale, in cui l’autore osserva immutabili elementi ad ogni suo passaggio, si cela un metaforico significato. Nulla rimane per sempre, forze invisibili e imprevedibili modificano il corso delle cose e della vita umana: non si tratta necessariamente della loro fine definitiva, ma talvolta di semplici cambiamenti, che tuttavia trasformano in maniera profonda l’assetto originale. Pensiero meditativo sull’impermanenza del tutto.


IL SASSO NEL FOSSO

Forse aspetta
anche lui l’amore
quando il sole
tramonta.

Sembra che nessuno
lo guardi
ma una palma
lo sta ammirando.

L’acqua compie
il suo cammino
e non si può
più fermare,
neanche con quel sasso
nel mezzo.

Da una penombra
escono due braccia,
prendono il sasso
lo mettono
su quel muro
e tanti occhi
non potranno più vederlo.

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