mercoledì 31 agosto 2016

EISCÌ U SU di Stefano Albertieri

                           
Au passà da nostra vita gh'eirimu arestai fia mà
nu gh'eira rèn
in belin da vè, da mustrà
e ognün pe u sò camìn
chi de tera chi de semèn
pautu, foura o asfaltu.

E a bunda a l'eira sprescia e u paramü' l'eira banchetu
u segnale l'eira aciatau
u segnale l'eira inboussau e fìa sgarbau
a sbuira l'eira in pei ma a prìa l'eira sgrutu
a caussa l'eira ciouta a rama burinà
a ciouta l'eira caussa a rama scarcià.

Au passà da nostra vita s'eirimu tüti ingalotai
chi in t'in forsci chi in t'in ruveu chi in t'in mai
e u fundu l'eira rundu
u scaixi l'eira gairi
u danci l'eira candu
l'avù aviau
u candu l'eira danci
l'avù passau
u balarìn l'eira fermu, i scarìn sensa fìn
e u barcun düvertu in sc'ina marina de semèn.

Au scapà da nostra vita s'eirimu tüti borlai sgrafignai ras-ciegai
eiscì u sù u l'eira marandau, eiscì u sù u s'eira aciatau
eiscì u sù  eiscì u sù …..
u s'eira, insücau.



Stefano Albertieri – Dialetto di Vallebona
Premio speciale "Marisa Amalberti" a U Giacuré 2016 
Nel susseguirsi di fraseggi giocosi, che evidenziano la similarità di alcuni termini e rievocano lampi di suggestioni di un tempo ormai passato, l’autore racconta di una generazione delusa, che non ha nulla da mostrare per sentirsi realizzata o valorizzata. Qualunque sia stata la strada percorsa, prevale il senso dell’illusorietà dell’esistenza, aggravato dalla perdita dei valori e della tradizione. Uno stato d’animo che segna talmente l’individuo al punto tale da rendere anche il sole… sbalordito. Metafora che vuole evidenziare quanto l’uomo stia andando nella direzione sbagliata.


ANCHE IL SOLE

Al passar della nostra vita ci eravamo rimasti male
non vi era nulla
da vedere da mostrare
ed ognuno per il suo sentiero
chi di terra chi di cemento
fango, favola o asfalto.

E la sponda era premura il parapetto era panchetto
il segnale era nascosto
il segnale era inclinato e anche bucato
lo smottamento era in piedi ma la pietra era marna
la calza era buca il ramo era germogliato
la buca era calza il ramo spezzato.

Al passar della nostra vita ci eravamo tutti inciampati
chi in un forse chi in un roveto chi in un mai
e la cantina era rotonda
il quasi era non molto
il poco fa era quando
adesso spedito
il quando era poco fa
adesso passato
il pianerottolo era fermo, gli scalini senza fine
il balcone aperto su di un mare di cemento.

Allo scappare della nostra vita ci eravamo tutti ammaccati graffiati raschiati
anche il sole si era ammalato, anche il sole si era nascosto

anche il sole anche il sole...
si era, insucau.

1 commento:

Unknown ha detto...

Belin, pautu lo avevo dimenticato!