venerdì 16 agosto 2019

INA CHISTIUN DE RUÉTE di Giovanni Natalino Trincheri


Tuca, remés-cia, bustica,
int’u daghe a càrega,
a l’ho strepau a mola
au svejarin.
Avura l’è lì,
in sce-e u ghirindun,
in tu cantu da scafa du letu,
precisu dui viègi au giurnu.
E mi?
Mancu chelu,
mai giüstu!
Cun ste ruéte arüzenie,
a sun chi a dumandame
se u l’è  ancùra u càixu de dasse a corda.


Giovanni Natalino Trincheri – Dialetto di Sanremo
U Giacuré 2019: Premio all’Autore dell’Ass. Cult. A Cria con la seguente motivazione:
La metafora del tempo che passa è il tema di questa poesia: un orologio che si ferma segna comunque l'ora due volte al giorno, ma quando è l'uomo a fermarsi è diverso, perché perdere il passo con la vita pone delle domande, tra cui quella se ridarsi la carica per continuare o accettare la resa. L'associazione culturale A Cria riconosce al poeta l'abilità di esprimersi con correttezza in un idioma diverso dal proprio, velleità più unica che rara nell'ambito del dialetto: abilità plurima, cui va reso merito con il conferimento del Premio all'Autore.


UNA QUESTIONE DI ROTELLE

Tocca, rovista e muovi lentamente, (frase idiomatica)
nel darle la carica,
ho strappato la molla alla sveglia.
Ora è lì,
sul comodino,
nell’angolo tra letto e muro,
precisa due volte al giorno!
E io, neanche quello,
mai giusto!
Con gli ingranaggi arrugginiti,
sono qui a chiedermi
se merita ancora darci (a noi, a me e alla sveglia) la carica.

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