mercoledì 7 settembre 2016

MOŔE di Pietro Baccino

  Iole Mazzini, mia mamma: oggi compie 93 anni  

"Ho scelto questa poesia perché mi fa capire 
la grande fortuna di averti ancora con noi. 
Restaci più che puoi."        
                    

Quand eŕ vent cep dŕa pŕüma                     
u bugia eŕ föje növe dŕa ciŕéxa           
lgéŕe cum’ina ciüma                          
e a sent sunè ŕa campana dŕa géxa             
a l’uŕa deŕ meśdì,                              
a t’porl cume se t’fusci sempŕe qui,              
peŕ dite ancuŕa, moŕe,                       
tüt eŕ ben ch’a t’vureiva aluŕa e ancö.  
U zé l’è ceŕ e a sö                             
che l’oŕia amixa a m’porta suvŕa ŕ’j’oŕe 
d’i tanci agni bŕüxoi                           
queŕa tó bela vux,                             
moŕe, che t’dŕömi suta ŕa tó cŕux.       
Mi a cŕed pŕópi che moi                      
peŕ mi u i saŕà dumàn                        
na giurnò senza eŕ tó paŕóle an ment,  
queŕe che ancuŕa a sent                     
quande ch’a sógn de štŕenżi ŕa tó man.
E tüci i dì u s’ pósa ŕa matîn                
u ruscignö ans’ŕa rama lì davxîn          
e u canta na canzòn pŕópi per ti          
tüta a muntè e caŕè, ch’a cûna eŕ cö           
e pöi a lascia an giŕ, quand l’è partì,             
queŕa bŕoxa ch’a rešta dóp eŕ fö.                



Pietro Baccino – Dialetto di Giusvalla (Sv)


MADRE
               
Quando il vento tiepido della primavera
muove le foglie nuove del ciliegio
leggere come una piuma
e sento suonare la campana della chiesa
all’ora del mezzodì,
ti parlo che se fossi sempre qui,
per dirti ancora, madre,
tutto il bene che ti volevo allora e oggi.
Il cielo è chiaro e so
che l’aria amica mi porta sopra le ali
dei tanti anni bruciati
quella tua bella voce,
madre, che dormi sotto la tua croce.
Io credo proprio che mai
per me ci sarà domani
una giornata senza le tue parole in mente,
quelle che ancora sento
quando sogno di stringere la tua mano.
E tutti i giorni si posa al mattino
l’usignolo sul ramo qui vicino
e canta una canzone proprio per te
tutta a salire e a scendere, che culla il cuore
e poi lascia in giro, quando è partito,
quella brace che resta dopo il fuoco.

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