lunedì 19 novembre 2018

TRENTEDOE PERLE di Italo Mario Angeloni


Quande ti seunni e o vento de meistrâ
pâ che in sciô piano tutto o mâ o l’addesce,
me gusta, m’incapriçio e me rincresce
perchè ti særi a bocca appommellâ.

Bocca mæ, bocca pægia a-o meigranâ,
feugo de armelle açeiso pe-a rivea,
comme ti, inte ’n velluo de bombonea
ti ascondi trentedoe perle de mâ.



Italo Mario Angeloni – Dialetto di Genova
Italo Mario Angeloni (1876-1957, insegnante e artista poliedrico, fu contemporaneo di Edoardo Firpo, dal quale lo divise, tra le altre cose, il diverso orientamento politico. Certamente, i dichiarati entusiasmi fascisti non contribuirono alla fortuna postuma della sua poesia, in cui si salda da un lato la retorica civica con quella nazionalista, nella celebrazione del mito di Balilla con toni e accenti futuristi, mentre dall'altro risalta (come qui) un lirismo estenuato, di gusto decadente e dannunziano, sostenuto da un'accurata ricerca linguistica. In tal modo però Angeloni usciva dal ghetto "dialettale" dal quale Firpo, condizionato anche dalla recensione di Eugenio Montale alla sua prima raccolta, non ebbe mai il coraggio di uscire del tutto. Ricostruire senza preconcetti la storia del Novecento significa anche smentire il mito dell'ineludibilità del vernacolarismo come cifra poetica per le espressioni locali. E interpretare la storia linguistica genovese, ligure e italiana con uno sguardo diverso e più obiettivo. (Dalla pagina Facebook di Fiorenzo Toso)


TRENTADUE PERLE

Quando tu suoni, e il vento di maestrale
sembra svegliare sul piano tutto il mare,
mi piace, mi incapriccio e mi rincresce
perché chiudi il bocciolo della tua bocca.

Bocca mia, bocca simile a un melograno,
fuoco di semi acceso lungo la riviera,
come, in quel velluto di bomboniera,
tu nascondi trentadue perle marine!

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