domenica 17 maggio 2020

U PIGNATUN E L’INGLEIXINA di Vincenzo Jacono


Au Pignatun*, in giurnu, in ingleixina
Gh’a vistu pià in purpu: a l’è arestà;
Lunghendu u colu, cume ina bibina,
Gh’a fau: - «Cos’esser quello?» - «Chesto qua

E’ un pulpito, arrancato da una zina» -
- «Lui mordere?» - «Maché, è il pescio, sa,
Più babulo che c’è nella marina;
Si prende come gnente; solo fa

Segrea, per le navete atacaresse.
Perché più non boleghi, poi ci vesse
A la capela darci un ciavirone» -

- «Crazie, ma non capito spiecazione» -
- «Non capito, perché non ci ha la mano
Voscià con il parlare talïano»



Vincenzo Jacono – Dialetto di Sanremo


IL PIGNATUN E L’INGLESINA

Al Pignatun*, un giorno, un inglesina
Gli vide prendere un polpo: restò stupita;
Allungando il collo, come una tacchina,
Gli dice: - «Cos’esser quello?» - «Questo qua

E’ un polpo, strappato da un anfratto» -
- «Lui mordere?» - «Macché, è il pese, sa,
Più stupido che c’è nel mare;
Si prende come niente, solo fa

Ribrezzo, per i tentacoli attaccaticci
Perché più non si muova, poi ci occorre
Capovolgergli la testa» -
- «Crazie, ma non capito spiecazione» -
- «Non ha capito, perché non ha la mano
Vossignoria con il parlare l’italiano» -


*I Pignatui, i Mazei e i Barabia erano i tipici pescatori di professione, sanremaschi.


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