martedì 29 agosto 2017

SACIRU di Stefano Albertieri


Des-ciulite a savè che i autri i nu sàn
e mancu tü .
Asbrivate a gardate in sciè l’orlu du to paresce.
Aregìra i ögli drente de tü e s-ciairisci u veru scüru.
Destacate dau savè de föra.
Destapa a tua butìa e asazate gurà dopu gurà.
Sacite descröve unde gh’e silensiu.
Ogni to savè nu ti sei tü.
Ogni to pensà l’e mà.
Sera i ögli e batitene u belìn de tütu u mundu,
e candu tütu u mundu u se ne sarà andaitu,
ti resterai pe aria sensa vörà.
Saciru.



Stefano Albertieri – Dialetto di Vallebona misto al bordigotto
III Classificata a "U Giacuré 2017" con la seguente motivazione:
Un imperativo invito al sapere è ciò che il poeta esprime per lanciare un messaggio all’uomo, affinché non si sottragga alla conoscenza di sé. Con una serie di ordini, che si snodano riga dopo riga nel componimento, l’indagine assume aspetti esistenziali sintetici, quasi lapidari, in cui sono racchiusi significati densi con i quali riflettere e specchiarsi. Un pizzico di nichilismo e di senso del nulla chiudono la serie dei moniti, suggellati tuttavia dal richiamo iniziale al sapere.


SAPPILO

Sbrigati a sapere che gli altri non sanno
e nemmeno tu.
Affrettati a guardarti sull'orlo del tuo sembrare.
Gira gli occhi dentro di te e rischiara il vero scuro.
Distaccati dal sapere di fuori.
Stappa la tua bottiglia e assaggiati sorso dopo sorso.
Sappiti scoprire dove c'è silenzio.
Ogni tuo sapere non sei tu.
Ogni tuo pensare è male.
Chiudi gli occhi e fregatene di tutto il mondo,
e quando tutto il mondo se ne sarà andato,
resterai per aria senza volare.
Sappilo.

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