venerdì 19 febbraio 2010

Del consorzio e della mia contraddizione

Il libro
L'Editore Ames, insieme alla Cia

E così, ieri, a Genova, c'è stata l'anteprima della presentazione del libro scritto da Mario Genari e da me sulla storia dell'associazionismo agricolo in provincia di Imperia, cui ho dedicato un post su goodvalley.
Su questo blog, invece intendo esprimere una contraddizione che sto vivendo nel mio contesto di vita sociale nel paese di Vallebona, visto che il libro mette in risalto il valore dell'associazionismo, della cooperazione e di qualsiasi altra forma di aggregazione, tra cui i consorzi.
Premetto che sono "da sempre" una sostenitrice e fautrice di tali forme di vita sociale, perchè ci credo e le reputo vantaggiose: uniti si vince.
Circa 15 anni fa, in seguito a più riunioni tenutesi nella sala consiliare del Comune di Vallebona, alcuni rappresentanti dei consorzi delle strade interpoderali, un folto numeri di utenti e l'amministrazione comunale (più o meno la stessa da allora), convenirono di porre dei limiti ai mezzi di portata transitanti su tali strade: la maggior parte di esse erano state costruite "a braccia" con muri a secco a valle e con manti di cemento assai rigidi e quindi inclini a "spezzarsi" a seconda dei pesi che dovevano reggere.
Pressochè all'unanimità venne stabilito di porre il limite al trasporto di 2 metri cubi di portata, regola che, nel corso degli anni, è stata ben poche volte infranta.
Nel 2006 l'alluvione che colpì il nostro territorio arrecò ingenti danni, tra cui crolli di muri e di un ponte. I lavori durarono ovviamente alcuni mesi, durante i quali le ditte passarono più volte su queste strade con mezzi oltre il limite di portata stabilito.
Il 5 dicembre 2007, per tutto l'arco di una mattinata, fin tanto che un utente fece smettere quei trasporti, i camion della portata di 7 metri cubi carichi di terra bagnata e provenienti dallo scavo di un condominio il cui committente era, in veste privata, il sindaco in carica di allora, viaggiarono su e giù per portare quella terra laddove occorreva colmare un riempimemento in seguito al rifacimento del ponte. Nel settembre dell'anno successivo, stessa storia: camion da 7 metri cubi di portata, ovvero gli stessi e dello stesso committente, trasportarono per alcuni giorni la terra transitando su di un altro tratto di strada interpoderale, per portare il carico ad un privato cittadino.
Questa è la premessa. Nello stesso autunno del 2008 si costituisce regolarmente il Consorzio Tuvu per la gestione delle strade interpoderali che comprende i due tratti succitati e scatta per così dire la "coercizione" a versare una quota sociale e le conseguenti richieste di denaro finalizzate a scopi ben precisi e di indubbia necessità.
Io sono favorevole a qualsiasi forma di aggregazione finalizzata al bene comune, ma ho osato sollevare un'obiezione al presidente del consorzio: ho chiesto che alla persona fisica dell'allora sindaco e in quanto sindaco, fosse fatta versare una somma sia per i danni arrecati, sia per aver contravvenuto una norma rispettata da tutti.
Mi rispose che portare in assemblea tale proposta mi avrebbe comportato derisione da parte della gente, che non avvertiva il problema nella gravità in cui l'avvertivo io.
"Benissimo - ho risposto - passo lo stesso e questa volta sono io a non pagare più, oltre a non aderire come socio al Consorzio".
Ho fatto molto per la strada in questione, la gente lo sa, e sono addolorata per la posizione che ho preso, perchè non è nel mio stile di vita. Ma essere presi sempre e comunque per il culo, a lungo andare, stufa.
Voi, al mio posto, come vi sareste comportati?

domenica 14 febbraio 2010

La neve a Vallebona

E stava nevicando alla grande...

E così, giovedì 11 febbraio 2010, ci siamo ritrovati sotto un'abbondante nevicata.
Lo spettacolo è unico e raro, qui da noi, ma la preoccupazione è sempre la stessa: gelerà tutto?

La "fava greca" del dott. Vichi

La suggestione è forte: al di là delle più disparate ansie, permane quello stupore che spinge a fotografare tutto quanto si presenta alla vista...

Al confine tra Vallebona e Bordighera

L'atmosfera assume una colorazione "apposita" all'evento: tutte le gradazioni di grigio fanno dimenticare il corso abituale delle ore e le pennellate di rosa che si aprono all'orizzonte regalano quadri cui la vista non può di certo sottrarsi.

Ini ciòti

All'indomani il sole: la luce si fa magica e il paesaggio è sorprendente. Fa freddo, la temperatura non è impazzita, ma sotto lo zero ci è scesa. La protezione civile è intervenuta con efficienza, memore forse della volta precedente, nel dicembre del 2005, quando i ritardi nella pulitura delle strade e nello spargimento del sale avevano provocato non pochi disagi.
E' andata. Nei giorni a venire tireremo le somme dei danni, che senz'altro non mancheranno.
I contadini sono gente tosta, sapranno resistere.


venerdì 5 febbraio 2010

Campa cavallo che l'erba cresce!

Il"censimento" per coloro che sono interessati all'ADSL è stato indetto alla fine dell'anno appena concluso. Mi chiedo se era il caso di farlo, visto che nel 2010 ci si muove oramai più con la rete che con le automobili... Comunque sia, vale la pena di spendere due parole sull'argomento, visto che questa Italietta se ne sta andando a ramengo sia a livello nazionale, sia a livello locale. In genere, infatti si è MOLTO mal serviti in quanto a linee veloci e bande più o meno larghe, ma è curioso citare esempi di quanto accade in altri paesi: il confronto è sempre costruttivo. Parliamo un pò di Perinaldo, ad esempio... Due anni fa l'amministrazione di Perinaldo ha realizzato con la società MICSO s.r.l. di Pescara un'infrastruttura composta dal server, collocato in comune, più due antenne che diffondono il segnale, una sul comune stesso e una sul campanile. Ogni utente ha ovviamente una propria antenna puntata in direzione di una delle due antenne che diffondono il segnale. La banda massima dovrebbe essere di 1280 kbps sia in down che upload. Il costo mensile è di 29,00 più IVA oltre 45,00 versati una volta all'anno. Praticamente con quanto prima un utente pagava di fisso per la linea telecom ora si paga la connessione a internet illimitata, mantenendo il proprio numero telefonico e pagando solo le telefonate effettuate con un importo comunque molto basso. Due anni fa, all'atto del contratto, la società ha concesso 20,00 € di traffico telefonico ancora attivo tuttora. Quando hanno realizzato questo tipo di connessione non si parlava ancora di "internet veloce" nei paesi, l'unica connessione veloce era l'ISDN 128 kbps. Attualmente queste linee hanno una velocità che varia dai 700 ai 1010 kbps, mentre a Vallebona chi ha avuto la possibilità (pochi, peraltro) di accedere ad una linea ADSL della Telecom, paga 25 euro al mese e viaggia al massimo a 580 kbps... Cos'altro aggiungere? Ah, sì, ancora una cosa... e cioè che la rete è talvolta l'unico mezzo per "parlare"... forse è per questo che è così poco presa in considerazione.


mercoledì 27 gennaio 2010

Supplica comunale

Rudy

Lettera di sensibilizzazione ai proprietari di animali domestici
18/01/2010

L’amministrazione Comunale ha inviato una lettera a tutti i possessori di animali domestici, ed in particolare ai possessori di cani, al fine di chiedere maggiore collaborazione nel mantenere decorosamente tenuto il Centro Storico facendo leva sulla loro nota sensibilità.

La lettera riporta: “Cari concittadini, scrivo questa lettera per chiedere anche il vostro aiuto a porre rimedio ad una situazione che sta diventando difficile da sostenere e tollerare in quanto degrada l’immagine del nostro paese, crea disagio a tutti gli abitanti e visitatori del centro storico oltre ad un danno economico alle casse comunali. Da tempo si è notata la presenza di alcuni cani che, girando liberamente nelle vie e piazze del nucleo storico e nel centro abitato, ne sporcano in maniera indegna e sistematica le pavimentazioni scatenando numerose e giustificate lamentele da parte della cittadinanza e causano problematiche di igiene e salute pubblica. Nell’ottica di voler salvaguardare la pacifica convivenza nell’abitato urbano, con la presente, si invitano tutti i proprietari di cani ad osservare scrupolosamente le buone norme di senso civico ed il dettato dell’ordinanza sindacale n° 6 del 2003 mantenendo i propri animali domestici, in particolare i cani, al guinzaglio e provvedendo alla pronta rimozione delle deiezioni su suolo pubblico. Quanto sopra al fine di salvaguardare i normali principi di buona educazione e rispetto tra cittadini oltre a contribuire a mantenere pacifici rapporti di convivenza nell’abitato. Si ricorda che il mancato rispetto dell’ordinanza sindacale n° 6/2003, qui allegata in copia, è passibile della sanzione pecuniaria prevista dalla stessa. Si ricorda inoltre che la presenza di cani trovati a vagare liberamente su vie e piazze sarà prontamente segnalata all’Asl competente ed al canile comprensoriale che ne effettuerà il prelievo. Copia della presente viene inviata al personale dipendente comunale con il compito di vigilanza. Certi che vorrete comprendere le ragioni di pubblico interesse che hanno spinto l’Amministrazione Comunale ad assumere questo provvedimento si porgono sinceri e cordiali saluti. Il Sindaco Roberta Guglielmi”

Avendo anch'io ho ricevuto la lettera, mi sono permessa di rispondere così:

Spett. Comune di Vallebona,
ricevo una lettera cartacea che mi sollecita una collaborazione al problema delle defecazioni dei cani, in particolare nel centro storico.
Per l'ennesima volta, sono a ricordare che nessuno ha dato impulso alla soluzione del problema più della sottoscritta che, nel 1998, regalò 10.000 guanti di nylon da distribuire ai possessori di cani, quale incentivo all'educazione civica rivelatasi nel tempo assai lacunosa e sostenedo una spesa personale di L. 220.000.
Si possono fare multe, si possono appendere pappardelle di leggi, ma se molto più semplicemente si desse una mano a coinvolgere il cittadino invece che troneggiare dall'alto, sarebbe senza dubbio più proficuo.
Per quanto mi riguarda, il mio cane non frequenta il centro storico ed è solito espletare i suoi bisogni nelle campagne che circondano l'abitazione.
Sull'argomento, quindi, chiedo di non essere più presa in giro e di evitare comunicazioni-boomerang, oltre che spreco di tempo, di carta e di spese postali.
M. Pia Viale

domenica 24 gennaio 2010

Una cittadina tedesca si lamenta della scarsa pulizia del paese

U carugiu longu - Via Giuseppe Guglielmi

"Sono una cittadina tedesca e ho affittato un appartamento nel borgo di Vallebona con l'intenzione di comprare e trasferirmi definitivamente.
Nulla da dire per il clima e l'accoglienza dei cittadini di Vallebona, ma per quanto riguarda la pulizia delle strade devo dire che è un vero scandalo. Da giorni i cestini sono coperti per non far buttare le carte, le strade non vengono spazzate e che dire piene di escrementi di cane per l'inciviltà dei padroni e anche perchè nessuno le pulisce.
Penso proprio che andrò in un altro comune della riviera, grazie sindaco di avermi fatto vedere il lato negativo di questo splendido paese."

Una cittadina tedesca
22/10/2010

Vi chiederete perchè metto in cattiva luce il mio paesello... Un motivo c'è.
Nel lontano 1998 ho acquistato e regalato al comune di Vallebona 10.000 guanti, tipo quelli che si usano nei supermercati per approvvigionarsi di frutta e verdura, da distribuire ai possessori di cani per la raccolta dei loro escrementi. Ma non basta: avevo allegato una lettera accompagnatoria in cui specificavo che non sarebbe bastato mettere degli avvisi affinchè tali possessori andassero a prelevare i guanti in comune e suggerivo di consegnare direttamente a domicilio i guanti, visto che non era poi così difficile individuare coloro che possiedono un cane nel centro storico. Ne sarebbe conseguito che l'attitudine indotta avrebbe favorito l'abitudine al comportamento e la possibilità di multare senza remissione chi avesse trasgredito. Invece furono blandamente affissi due avvisi ai quali, penso, nessuno abbia risposto e il paese, a distanza di dodici anni, si ritrova come descrive la cittadina tedesca.
Avevo speso L. 220.000, ma avrei permesso di risparmiare alla colettività ben 10.000 merde!
E pensare che non ho alcun interesse a vendere case...

sabato 9 gennaio 2010

E adesso che Ercole non c'è più...

Moto Guzzi Ercolino di Ercole Guglielmi

...che ne sarà del suo Ercolino?
Ercole ci ha improvvisamente lasciati e il suo motocarro, solitamente parcheggiato in Piazza Marconi, dovrà subire una destinazione.
Dopo il restauro della Piazza, era sempre parcheggiato sotto l'ulivo di recente impianto, e la simbiosi era forte, tanto che i turisti provenienti da ogni dove, lo fotografavano incuriositi e rimanevano alquanto stupiti se si diceva loro che era ancora funzionante.
Ma adesso Ercole non c'è più e il motocarro non verrà più utilizzato dai suoi eredi, i quali, in prima battuta, hanno espresso la loro disponibilità ad un eventuale donazione al comune del cimelio, purchè sia destinato a "monumento".
Piazza Marconi ha subito rifacimenti che hanno stravolto il suo assetto di un tempo.
E' opportuno, una volta per tutte, esprimere i pro e i contro di quell'intervento.
Indubbiamente interessante si è rivalato il restauro sute e ouge (sotto le logge), che ha valorizzato la pietra a vista delle volte e il pavimento a tondini di pietra.
La fontana incastonata nel muro di pietra della Via antico frantoio, per quanto abbia introdotto un elemento di notevole modernità rispetto al contesto, è assorbita bene dalla vista.
Gli interventi veri e propri sulla piazza, invece, hanno peccato in diverse direzioni.
Andiamo per ordine:
1) sono stati costruiti nuovi bancheti (gradini) che la maggior parte della gente ha subito definito "loculi", in quanto presentano sagome spezzate affatto in armonia con quelli pre-esistenti, che ripotavano evidenti elementi di rotondità. Osceno aver demolito il banchetu sulle Crote, quello proprio davanti al magazzino di Ercole, che aveva una forma splendida, con quella "pellicola" di bocciardato consumato dagli anni e dai culi che vi si sono seduti, nonchè una misura comodissima a starvi seduti: d'altronde le quote sono andate a farsi benedire, per cui era anche comodo sciacà tùtu.
2) è stato impiantato un ulivo ed è stato posato un vistoso masso di pietra di granito al centro della Piazza che precludono in ogni modo la possibilità di giocare au balùn, una delle più importanti tradizioni del paese che, per quanto sopravviva a fatica, valeva la pena di lasciare l'opportunità del gioco anche solo per una partita dimostrativa di tanto in tanto.
La recente costruzione dello sferisterio di San Biagio ha invogliato dei ragazzi a praticare questo sport; questi però si sentono penalizzati perchè al loro paese non dispongono della piazza per giocare.
3) per coprire un rubinetto da cui attingere l'acqua per lavare il paese, è stato costruito un banchetu apposta, esattamente nel punto in cui si posizionava il giocatore per ricacciare la palla: per un appassionato di quel gioco, ogni volta che lo guarda, è come una coltellata!
Tralascio il commento sullo stile, viste già le disarmonie di cui sopra...
4) la piazza non è illuminata: ma chi ha mai visto un luogo destinato all'aggregazione, soprattutto nei periodi estivi, privo di illuminazione? Il fervore estetico di apporre luci dal basso ha dato un ulteriore prova dell'interesse per la forma e del non considerare affatto la sostanza;
5) nell'intento di rappresentare i quattro elementi naturali, sono state messe due pale eoliche, ma un piccolo borgo come il nostro aveva bisogno di andare a cercare significati universali? non era meglio se si fosse cercato di rispondere ad una simbologia locale, rispettando anzitutto le sue tradizioni e le sue esigenze?
E' stato messo un ulivo e poi significati cosmici... L'ulivo, a Vallebona, paese in passato povero di acqua e vicino al mare, era considerato l'albero della fame, perchè la mosca faceva ogni anno strage di raccolti... Molte persone avevano vissuto l'esperienza della caduta dall'albero, compromettendo per sempre la loro salute e qualcuno ci ha rimesso pure la vita.
Con l'avvento della floricoltura gli scrupoli al taglio delle piante è stato minimo se non addirittura nullo. Si può poetare all'infinito, se si vuole, ma la realtà ha delle risposte talmente chiare che è ingenuo non leggerle!
6) nonostante in fase di progettazione qualcuno avesse sollevato il problema che pavimentare con tondini di pietra il tratto di piazza antistante la chiesa creasse un notevole disagio per i disabili e per gli anziani, è stato risposto che modificare quella progettazione sarebbe stato antiestetico!
7) la zona fògu du bambìn: le pietre che circondano per due terzi il cerchio dove si accende il fuoco nel periodo natalizio, impediscono l'avvicinarsi della gente al falò. Stare al di qua del cordolo si sente poco calore e la separazione dal fuoco, oltrepassarle si è troppo vicino. La gente è sempre stata attorno al fuoco a 360 gradi, ora quello spazio è ridotto ad un terzo, così come si è ridotto lo spazio per accatastare la legna, per cui anche questa tradizione è stata penalizzata...
E non dico altro.
Solo un'ultima cosa: esiste tanta di quella bellezza nell'invisibile che cercarla ostinatamente nell'esteriorità è sterile, superficiale e stupido.
Oppure che si faccia in modo che sia "vera bellezza estetica" e non pasticci.
"Gli specchi per le allodole inutilmente a terra balenano ormai..."

lunedì 23 novembre 2009

Tempo di olive

Olive varietà Taggiasca

Vallebona, come la maggior parte dei paesi dell'entroterra imperiese, coltivava quasi ed esclusivamente l'ulivo fino all'avvento della floricoltura, ovvero fin verso la metà del secolo scorso. Molti uliveti hanno ceduto il posto ai fiori, ma buona parte degli agricoltori conservano la sana abitudine di produrre ogni anno almeno l'olio cosiddetto "della provvista".
L'amministrazione comunale ha impiantato alberi di ulivo sulle pubbliche piazze, un pò per simboleggiare l'antica cultura, un pò per la bellezza intrinseca dell'albero stesso.
Ci sono sostanzialmente due critiche che si possono muovere a tale iniziativa: la prima è che impiantare un ulivo in Piazza Marconi significa impedire in qualsiasi modo la possibiltà di giocare al Pallone elastico, tradizione ben radicata nel paese e non scevra di momenti di "ritorno"; la seconda osservazione muove nel senso che non basta un simbolo "formale", ma sarebbe molto più esemplare se chi ha optato per questa decisione coltivasse o facesse coltivare un piccolo appezzamento di ulivi.
Il territorio ne sarebbe grato, visto che la maggior parte degli uliveti versano in queste condizioni di abbandono:

(fare clic ed ingrandire)

Il diaframma tra il potere e la vita dei cittadini, le urgenze del territorio, il contatto con la realtà è una forbice che si allarga aumentando sempre più la distanza tra l'uno e gli altri.