Veci inu Ciassà - Vecchi in piazza Rossi Nicola
(foto Ermes Guglielmi)
(foto Ermes Guglielmi)
Nei paesi i vecchi trascorrevano la vecchiaia seduti sui gradini delle piazze.
Queste foto risalgono agli anni Ottanta e i vecchi raffigurati erano nati tra la fine del 1800 e l'inizio del 1900.
Nella foto in alto, il primo a sinistra è Pierino Peirano, Pierìn, ed era "fantino", il secondo è Giacinto Biancheri, Giassì de Cutì, all'epoca vedovo, il terzo Federico Guglielmi, Federì di ferracciùi, mio pro-zio, sposato e senza prole, il quarto, discostato sulla destra, è Ferdinando Guglielmi, Ferdinà, che ricoprì ruoli di rilievo all'epoca del Fascismo: casualmente il manifesto affisso sopra di lui è del M.S.I....
Le affissioni ricordano la campagna elettorale del 1981 per le amministrative.
Nella foto in basso, di fronte a loro, sul banchétu (gradino) dall'altro lato della piazza, si vedono invece Leone Guglielmi, Leò, fantino e Eugenio Rossi, Gé Noce, vedovo.
Leò ha un filone di pane nel sacchetto che gli sbuca dalla tasca e si è appisolato con le mani sul bastone: quell'immagine ci ha sempre fatto pensare ai barboni con la bottiglietta di whisky in tasca, ma nei paesi il barbonismo si può dire che non esista. La familiarità dovuta alla reciproca conoscenza, la libertà con cui in fondo ci si muove nei paesi, il desiderio dei giovani di cogliere nei vecchi quegli aspetti inconsueti che fanno sorridere ed esclamare "che bello" azzerano quel degrado in cui invece versano moltissimi vecchi, soprattutto al giorno d'oggi.
Non ci sono più i vecchi sui banchèti: quelli che sono in salute danno una mano ai figli, altri sono negli ospizi, altri in casa malandati. Si è persa la loro presenza sulle piazze, si è persa lo loro visibilità, si è perso il rapporto dei giovani con loro, ovvero la loro funzione.
Peccato.
Queste foto risalgono agli anni Ottanta e i vecchi raffigurati erano nati tra la fine del 1800 e l'inizio del 1900.
Nella foto in alto, il primo a sinistra è Pierino Peirano, Pierìn, ed era "fantino", il secondo è Giacinto Biancheri, Giassì de Cutì, all'epoca vedovo, il terzo Federico Guglielmi, Federì di ferracciùi, mio pro-zio, sposato e senza prole, il quarto, discostato sulla destra, è Ferdinando Guglielmi, Ferdinà, che ricoprì ruoli di rilievo all'epoca del Fascismo: casualmente il manifesto affisso sopra di lui è del M.S.I....
Le affissioni ricordano la campagna elettorale del 1981 per le amministrative.
Nella foto in basso, di fronte a loro, sul banchétu (gradino) dall'altro lato della piazza, si vedono invece Leone Guglielmi, Leò, fantino e Eugenio Rossi, Gé Noce, vedovo.
Leò ha un filone di pane nel sacchetto che gli sbuca dalla tasca e si è appisolato con le mani sul bastone: quell'immagine ci ha sempre fatto pensare ai barboni con la bottiglietta di whisky in tasca, ma nei paesi il barbonismo si può dire che non esista. La familiarità dovuta alla reciproca conoscenza, la libertà con cui in fondo ci si muove nei paesi, il desiderio dei giovani di cogliere nei vecchi quegli aspetti inconsueti che fanno sorridere ed esclamare "che bello" azzerano quel degrado in cui invece versano moltissimi vecchi, soprattutto al giorno d'oggi.
Non ci sono più i vecchi sui banchèti: quelli che sono in salute danno una mano ai figli, altri sono negli ospizi, altri in casa malandati. Si è persa la loro presenza sulle piazze, si è persa lo loro visibilità, si è perso il rapporto dei giovani con loro, ovvero la loro funzione.
Peccato.
7 commenti:
Credo che questo avvenga in tutti i piccoli paesi, a Isolabona il ponte
era il luogo dove si ritrovavano gli uomini, la piazza della fontana era invece riservata alle donne.....oggi c'è solo un gruppetto di donne che tiene duro.....finchè non arriva il freddo..........
Ciao Pia, roberta.
Le foto ( come queste) hanno sempre un grande fascino ( anche il " bianco e nero " lo favorisce). Bene le descrizioni che fanno delle persone rappresentate dei personaggi di una storia 'minima' ma autentica.
bella avventura! Buon viaggio...
E con loro si perde un po' di memoria storica delle saghe familiari, della saggezza della loro esperienza e di raccordo affettivo nelle famiglie.
Ciao e auguri per il blog !
Grazie.
Era molto bello affacciarsi alla finestra e vederli dal vivo...mancano un po'...soprattutto barba Ferdinà...
Queste foto le conservo gelosamente...grazie Pia!
la foto di Leò col pane in tasca è troppo tenera. i vecchi seduti sui gradini delle piazze o dei carugi mancano in ogni paese.
quando ero bambina nella bella stagione le serate erano piene di bambini che si rincorrevano urlando, di rondini che sfecciavano radenti e di nonni seduti sui "bancheti" che sputavano per terra. a Castè era così, non so da te...
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