Sembra un segno del destino...
Stamane, appena uscita di casa, stavano salendo questi due splendidi personaggi: il dottor Vichi e sua cugina Iolanda. In Liguria, si sa, le strade sono impervie e, ad una certa età, le salite diventano davvero un problema.
Iolanda viene ogni tanto da Antibes, dove abita, a trovare i suoi cugini a Vallebona: per raggiungere Esio (1923), la salita è proprio inclemente.
Vichi, toscano e per giunta senese, è stato per oltre quarant'anni il medico condotto del paese: ho sempre pensato che fossimo dei privilegiati a disporre di una simile figura, così umana, così presente, di grande fiducia, competenza e familiarità.
Vichi, toscano e per giunta senese, è stato per oltre quarant'anni il medico condotto del paese: ho sempre pensato che fossimo dei privilegiati a disporre di una simile figura, così umana, così presente, di grande fiducia, competenza e familiarità.
U meigu (il dottore) mi è parso subito divertito del fatto che li fotografassi, ma l'espressione di Iolanda non denota la stessa approvazione... Tuttavia ormai li avevo in pugno ed ho continuato "senza pietà"!
Le persone che dal nostro umile villaggio sono emigrate tantissimi anni fa in Francia, hanno sempre stupito, ogni qualvolta tornavano, per gli usi e costumi che acquisivano stando oltre confine: vestiti, collane, monili di ogni genere creavano delle vistose differenze con le loro connazionali. Anche oggi, ad esempio, un fiore fresco nei capelli dà quel tocco di eleganza al punto che i "becchi d'oca" possono rimanere in bella vista senza degradare l'eleganza!
Vichi è proprio divertito: è sempre stato così, benevolo con tutti, fossero vecchi, bambini, animali... la Sua disposizione verso l'umanità è un qualcosa di cui bisognerà sempre tenere conto, perchè un vero e proprio insegnamento.
In fondo sono solo 200 metri di salita, ma a quell'età è innegabilmente dura. Ma pian pianino, perseverando, e con un accompagnatore così, anche Iolanda riuscirà per l'ennesima volta ad arrivare dall'altro cugino, anzi dagli altri, ovvero Aldo (1922) e Esio (1923), che sono pure fratelli.
Iolanda abita a 100 km di distanza, ma ogni tanto arriva, viene a trovare i suoi cugini, si sposta con treni e corriere, da sola, ma non desiste: leggo in tutto ciò una forza di volontà esemplare, un aver mantenuto il senso della parentela e del bisogno umano incredibili.
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