Des-ciulite a savè che i
autri i nu sàn
e mancu tü .
Asbrivate a gardate in sciè
l’orlu du to paresce.
Aregìra i ögli drente de tü
e s-ciairisci u veru scüru.
Destacate dau savè de föra.
Destapa a tua butìa e
asazate gurà dopu gurà.
Sacite descröve unde gh’e
silensiu.
Ogni to savè nu ti sei tü.
Ogni to pensà l’e mà.
Sera i ögli e batitene u
belìn de tütu u mundu,
e candu tütu u mundu u se ne
sarà andaitu,
ti resterai pe aria sensa
vörà.
Saciru.
Stefano
Albertieri – Dialetto di Vallebona misto al bordigotto
III Classificata a "U Giacuré 2017" con la seguente motivazione:
Un imperativo invito al sapere è ciò che
il poeta esprime per lanciare un messaggio all’uomo, affinché non si sottragga
alla conoscenza di sé. Con una serie di ordini, che si snodano riga dopo riga
nel componimento, l’indagine assume aspetti esistenziali sintetici, quasi
lapidari, in cui sono racchiusi significati densi con i quali riflettere e
specchiarsi. Un pizzico di nichilismo e di senso del nulla chiudono la serie
dei moniti, suggellati tuttavia dal richiamo iniziale al sapere.
SAPPILO
Sbrigati
a sapere che gli altri non sanno
e
nemmeno tu.
Affrettati
a guardarti sull'orlo del tuo sembrare.
Gira
gli occhi dentro di te e rischiara il vero scuro.
Distaccati
dal sapere di fuori.
Stappa
la tua bottiglia e assaggiati sorso dopo sorso.
Sappiti
scoprire dove c'è silenzio.
Ogni
tuo sapere non sei tu.
Ogni
tuo pensare è male.
Chiudi
gli occhi e fregatene di tutto il mondo,
e
quando tutto il mondo se ne sarà andato,
resterai
per aria senza volare.
Sappilo.
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