Bieli racài de ratu
muru de gatu
sgrafignau de sanghe
i te ince de assidenti u
balarìn
fendute giastemà
fìn da a matìn
sbutégia ramassa
crövi crövi l'anguscia
scuri scuri e autre mode
de fà
in ta cunfüxùn du petassu
i rangugni i se remes-ciàn
e ciü nu se sà
unde sece a bestia
e l'ümanità.
Stefano Albertieri - Dialetto
di Vallebona
Premio Pro Loco Vallebona
a U Giacuré 2019 – XXXII edizione con la seguente motivazione:
Da un episodio di inconfutabile disgusto, quale può essere il
vomito di un gatto sul pianerottolo di casa la mattina appena sveglio, si
scatena nell'autore un insieme di stati d'animo rabbiosi. I versi si susseguono
senza respiro e senza pause, al fine di provvedere alla rimozione
dell'incomodo; soltanto all'ultimo subentra la riflessione: la sequenza
rabbiosa porta a chiedersi dov'è il confine tra la parte bestiale e quella
umana di ogni essere vivente. Componimento che apre alla questione del concetto
di “umanità” in senso lato.
PIANEROTTOLO
Budella vomitate di topo
muso di gatto
graffiato di sangue
ti riempiono di accidenti
il pianerottolo
facendoti bestemmiare
fin dal mattino
sobbalza ramazza
copri copri la nausea
rincorri rincorri gli
altri modi di fare
nella confusione dello
stomaco
i lamenti si mischiano
e più non si sa
dove sia la bestia
e l'umanità.
Nessun commento:
Posta un commento