venerdì 9 dicembre 2016

A L’EA BELA LE di Andrea Brusco


A l’ea bela le.
Pe tanti anni l’o vista,
le insieme, mi solo,
passâ da luntan.
Le ricca e mi singao.
Le a rïe e mi a cianze
e a punzime e man.
O’ua a passa torna,
bela a no l’è ciù
e a dà a mente bassu,
ma ormai anche mi
m’aretio in to giacché
come in figo passo.



Andrea Brusco – Dialetto di Léivi (Ge)
“Come certi frutti profumati fuori e amari dentro, in apparenza allegro, dalle battute di spirito originali, nel profondo dell’essere, Andrea Brusco - detto Willy - era poeta morso dal male di vivere. Ha vissuto, così, solo metà della vita, senza mostrare né confidare l’oscuro segreto della sua anima, forse fingendo e opponendo una estemporanea leggerezza d’animo alle sue pene. Finché il fragile equilibrio si è spezzato e ha prevalso il maligno sentimento di autodistruzione, culminato nel suicidio.”
Da Il Secolo XIX del 28-02-2016 di Guido Lombardi


ERA BELLA LEI

Era bella lei.
Per tanti anni l’ho vista,
lei insieme (a qualcun altro), io solo,
passare da lontano.
Lei ricca ed io zingaro.
Lei a ridere ed io a piangere
e a pungermi le mani.
Adesso passa di nuovo,
bella non è più
e guarda verso il basso,
ma ormai anch’io
mi ritiro nella mia giacca
come un fico appassito.

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