Tuca,
remés-cia, bustica,
int’u
daghe a càrega,
a
l’ho strepau a mola
au
svejarin.
Avura
l’è lì,
in
sce-e u ghirindun,
in
tu cantu da scafa du letu,
precisu
dui viègi au giurnu.
E
mi?
Mancu
chelu,
mai
giüstu!
Cun
ste ruéte arüzenie,
a
sun chi a dumandame
se
u l’è ancùra u càixu de dasse a corda.
Giovanni
Natalino Trincheri – Dialetto di Sanremo
U Giacuré 2019: Premio all’Autore dell’Ass.
Cult. A Cria con la seguente motivazione:
La
metafora del tempo che passa è il tema di questa poesia: un orologio che si
ferma segna comunque l'ora due volte al giorno, ma quando è l'uomo a fermarsi è
diverso, perché perdere il passo con la vita pone delle domande, tra cui quella
se ridarsi la carica per continuare o accettare la resa. L'associazione
culturale A Cria riconosce al poeta l'abilità di esprimersi con correttezza in
un idioma diverso dal proprio, velleità più unica che rara nell'ambito del
dialetto: abilità plurima, cui va reso merito con il conferimento del Premio
all'Autore.
UNA QUESTIONE DI ROTELLE
Tocca,
rovista e muovi lentamente, (frase idiomatica)
nel
darle la carica,
ho
strappato la molla alla sveglia.
Ora
è lì,
sul
comodino,
nell’angolo
tra letto e muro,
precisa
due volte al giorno!
E
io, neanche quello,
mai
giusto!
Con
gli ingranaggi arrugginiti,
sono
qui a chiedermi
se
merita ancora darci (a noi, a me e alla sveglia) la carica.
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