martedì 4 aprile 2017

U BAR MORRIS di Enzo Pastore

Sanremo - Via Feraldi

In via Feraldi, sc’in recantu, ascàixi schivu,
u gh’éira in Bar pecin, ma renumau,
pe’ u modu de servì l’aperitivu.
Sempre sciügùusu, bon… fréidu zeràu!

Sinche tourin, deixe caréghe, in bancu,
clienti boi, furèsti e ascì nustrài,
chi pe’ in cafè, ina biréta, in giancu,
chi da assetàu, chi in pei de cùita, ma sempre agaribài!

“Morris” u l’eira u nome de su garignun,
e a mezugiurnu e gènte d’alantura
daghe a spuncià, e a fa du sciaratun,
pe’ beve inseme e… ciapetà mez’ura!

U méigu, l’avucatu, u cögu e u caregà,
u giüdisse, u stagnin, u düca cun u grupié,
l’arrangia bricichete, a cuntessa, u maixelà,
u panaté, u scritù, u nutaiu cun a mujé!

Tüti ben alevai, cume ina gran famija,
ma avù inte su recantu, “Morris” u nu gh’è ciü,
sa bèla gènte alegra l’è ascaixi za spirìa,
canti arregordi a mente da nostra zuventü.

I gh’han messu ina bitega de scialli e crövistrasse,
au postu du barétu, pe’ fasse bèlu vié,
e a gente de Sanremu nun po che aciacrinasse
passendu, a mezugiurnu, sce chelu marciapé!



Enzo Pastore – Dialetto di Sanremo
3° Classificato al X Concorso di Poesia Dialettale Sanremasca
IV Premio "Gino Guglielmi"


IL BAR MORRIS

In via Feraldi, su di un angolo, quasi schivo,
c’era un Bar piccolo, ma rinomato,
per il modo di servire l’aperitivo.
Sempre succulento, buono… freddo ghiacciato!

Cinque tavolini, dieci sedie, un banco,
clienti buoni, stranieri e anche nostrani,
chi per un caffè, una birretta, un bianco,
chi da seduto, chi in piedi e di fretta, ma sempre garbati!

“Morris” era il nome di questo bugigattolo,
e a mezzogiono la gente di allora
dai a spingere, e a fare chiasso,
per bere assieme e… spettegolare mezz’ora!

Il medico, l’avvocato, il cuoco e il calzolaio,
il giudice, l’idraulico, il duca col croupier,
l’aggiusta-biciclette, la contessa, il macellaio,
il panettiere, lo scrittore, il notaio con la moglie!

Tutti ben allevati, come una famiglia,
ma adesso in quell’angolo, “Morris” non c’è più,
questa bella gente allegra è già quasi scomparsa,
quanti ricordi sovvengono della nostra gioventù.

Hanno messo un negozio di scialli e soprabiti,
al posto del baretto, per farsi un bel vedere,
e la gente di Sanremo non può che dispiacersi
passando, a mezzogiorno, su quel marciapiede!

1 commento:

Roberto Rimondi ha detto...

Molto bella e struggente. Rivedo nel ricordo la fila indiana di bicchieri schierati ad uno ad uno, vicinissimi, fila lunga quanto il banco e la mano ed il braccio esperti e velocissimi del barman con le bottiglie dei vari liquori percorrere , andata e ritorno il tragitto dal primo all'ultimo bicchiere. Ed in ognuno di essi mescere il liquido via via ambrato, rosso Magenta, amaranto per l'atteso è rinomato Aperitivo Morris dagli ingredienti un po' circondati da un'aura di mistero per l'esclusività inimitabile. Come inimitabile era il mix di avventori ben tratteggiati dal poeta accomunati dalle più varie motivazioni: interessi, scambi di opinioni, ciapetu, appuntamenti o scherzosi apostrofi a volte bonari a volte
pungenti. Un vociare indistinto delle varie inflessioni dialettali con sopra tutte il sanremasco che era ancora considerata prevalente belle amicizie piuttosto che l'italiano che raffreddava il rapporto. Reduci molti dall ' aver delibato una sestina di ostriche dal banchetto.del baffo di cui non ricordo il nome collocato nella piazza di Carlandria ed un immancabile bianchetto di accompagnamento, il giornale locale sottobraccio ed il senso di appartenenza ad una ELITE "QUELLI DEL BAR MORRiS"