Vallebona, come la maggior parte dei paesi dell'entroterra imperiese, coltivava quasi ed esclusivamente l'ulivo fino all'avvento della floricoltura, ovvero fin verso la metà del secolo scorso. Molti uliveti hanno ceduto il posto ai fiori, ma buona parte degli agricoltori conservano la sana abitudine di produrre ogni anno almeno l'olio cosiddetto "della provvista".
L'amministrazione comunale ha impiantato alberi di ulivo sulle pubbliche piazze, un pò per simboleggiare l'antica cultura, un pò per la bellezza intrinseca dell'albero stesso.
Ci sono sostanzialmente due critiche che si possono muovere a tale iniziativa: la prima è che impiantare un ulivo in Piazza Marconi significa impedire in qualsiasi modo la possibiltà di giocare al Pallone elastico, tradizione ben radicata nel paese e non scevra di momenti di "ritorno"; la seconda osservazione muove nel senso che non basta un simbolo "formale", ma sarebbe molto più esemplare se chi ha optato per questa decisione coltivasse o facesse coltivare un piccolo appezzamento di ulivi.
Il territorio ne sarebbe grato, visto che la maggior parte degli uliveti versano in queste condizioni di abbandono:
Il diaframma tra il potere e la vita dei cittadini, le urgenze del territorio, il contatto con la realtà è una forbice che si allarga aumentando sempre più la distanza tra l'uno e gli altri.